La figura di Gesù

Dalla lettura degli scritti giovanili è emersa la predilezione di Hegel per la figura di Gesù. La formazione iniziale del filosofo risentì della volontà di eliminare dal personaggio Gesù ogni lineamento soprannaturale e di presentarlo come un grande uomo della storia, maestro di virtù e amore.Se da un lato l’immagine esclusivamente umana del Cristo ha delineato un quadro accettabile in toto dall’intelletto, per il credente che ha intrapreso la lettura di queste pagine l’immagine di Cristo è risultata povera, assimilabile a qualunque altro personaggio della storia. Egli è stato depotenziato del suo carattere “redentivo”, la cui divinità è rimasta divorata dalla necessità dialettica della manifestazione dell’Assoluto. È emersa una frattura tra ragione e fede, la separazione che – nella visione hegeliana – diventa occasione di superamento. La fede che non si interroga, che non attraversa il dubbio, è destinata a non progredire. In questo senso le pagine hegeliane sono attuali e rappresentano uno stimolo per credenti e non, in cui ripensare sé stessi e la propria fede.